I racconto del Dir-TTG addestramento coi tedeschi

In occasione della festa di betasom ho pensato di realizzare un’altro racconto per la nostra Base, un regalo che spero gradito a cominciare dalla “location” della prima foto che, come vedete, non è il solito camerino a bordo di Nave Bersagliere. Siamo nel quadrato ufficiali del sommergibile U22, classe 206A, Marina Tedesca. IL racconto è stato pubblicato per la prima volta sul forum il 7 giugno 2009 al link http://www.betasom.it/forum/index.php?showtopic=30401
Vi porterò a bordo di un typ 206 per un evento straordinario: l’addestramento al combattimento, il “combat ready” di un equipaggio che ha appena ripreso in mano il battello dopo i lavori!


Accomodatevi in camerino, sorseggiate il vostro Spalletti mentre raccolgo le idee e inizio il racconto …

Maggio 2001, aeroporto di Kiel. E’ da tempo che se ne parlava nel corso dei meeting tra le 2 scuole sommergibili: se avremo i battelli in comune non possiamo permetterci di avere addestramenti differenti. Dovremo realizzare uno scambio di personale che sia in grado di valutare pregi e difetti degli addestramenti svolti dal paese amico, mettere insieme il meglio per realizzare il massimo. Non so perchè ma il comandante della scuola sommergibili italiana si girava sempre verso di me quando veniva fuori sta storia: sara stato perche mi brillavano gli occhi al solo pensiero dell’esperienza?

Eccomi dunque nella fredda Germania, dove non è difficile capire perchè Doenitz si sia ispirato ai branchi di Lupi per una persona che arriva dalla assolata Taranto! Un giorno per ambientarmi, presentarmi allo staff della scuola sommergibili tedesca e a bordo del battello che dovra ospitarmi e sopportarmi: l’U22. Col mio alter ego, responsabile dell’addestramento in mare dei batteli tedeschi, siamo amici da tempo e c’è stima reciproca.. ma lui ha qualcosa che io non ho: ha fatto sia il comandante che il direttore di un battello tedesco. Forse l’esperienza formativa piu completa che possa esistere. Ma sono in pochi a farla anche in quella terra inospitale…

Vado a ritirare il sacco a pelo e sono pronto ad uscire in mare. I tedeschi sono da sempre molti “altezzosi” sicuri di essere i migliori sui loro battelli. Non hanno tutti i torti ma, come avrò modo di scoprire, non sono perfetti!

scendiamo a bordo dalla garitta di prora e incominciamo a studiare il nostro battello

questa classe di battelli, interamente costruiti in Germania, è grossomodo assimilabile ai battelli italiani classe Toti e queste sono le caratteristiche principali:
Dimensioni: lunghezza 48,6m – diametro scafo 4,6 mt
Dislocamento: 450t in sup – 500t in immers.
Velocità: sup. 10Knt – Immersione 17 Knt
Autonomia 4500Nm/5Knt a snorkel – 200 Nm/5Knt in immersione
quota massima: 150mt
Propulsione: 2 MTU 8206N da 600Hp, 1 M.E.P. siemens da 2300Hp
Armamento: 8 siluri (possibilita di installare contenitori esterni di mine
Equipaggio: 21 (8 ufficiali)

il battello è suddiviso in 4 locali fondamentali: prora, con funzioni abitative, dove dei pannelli ricavano il quadrato uffiicali, quello sottufficiali e l’equipaggio. A differenza dei Toti qui i siluri sono gia tutti nei tubi per cui non dovra essere impiegato il traffico siluri in navigazione.
Camera Manovra, dove sono accentrati tutti gli apparati operativi e da cui si accede alla Radio e al camerino del Comandante. Locale quadri elettrici, dove sono sistemate tutte le apparecchiature per la conduzione del battello (e confesso che è una strana impressione vedere nettamente separata la parte operativa da quella tecnica) ed infine il locale macchine, con i diesel, il MEP e tutti gli ausiliari.

Scendo a bordo e comincio a prendere visione dei vari locali, a cominciare dalla branda che, essendo fuori dalle guardie, non dividero con nessuno. Mi sento un po in colpa per questa “invasione” mentre mi torna in mente l’ingresso a bordo del reporter di guerra nel film “das boot”…

Navigazione in superficie fino allo Skagerrak, altro nome che evoca eroiche battaglie, e poi preparativi per l’immersione: il delfino dacciaio torna nel suo elemento. Mi metto tra la camera manovra e il locale quadri per assistere alle manovre di entrambe le stazioni. Nessuna particolare differenza se non per i timonieri: l’avanzatissima germania ha ancora un timoniere per ogni coppia di timoni con dispendio di ben 4 uomini. lascia un po perplessi ma, come mi spiegherà il mio alter ego nordico, le tradizioni sono dure a morire in tutte le Marine del Mondo.

L’assetto è fatto e il viaggio continua fino alla zona di esercitazione, non molto lontano dalla Norvegia che è un’altro parter molto vicino alla Germania (avete fatto caso al sistema di combattimento dei 212? è targato Kongsberg…) poi si fischia emersione. Ma come?!? torniamo in superficie?
“Of course!” mi fa l’interlocutore. Quanto è differente l’addestramento italiano da quello tedesco… penso che il retaggio della 2^ GM e il fatto di avere bassi fondali influisca ancora enormemente sul programma!
Comunque, il motivo per cui si torna il superficie è che l’equipaggio deve essere rinchiuso a prora, letteralmente rinchiuso da apposito tendone verde…

A tenda chiusa uno dei marescialli istruttori mi fa un cenno universale: iniziano le danze!

il responsabile dell’addestramento fa un breve briefing agli istruttori (che poi avrà la cortesia di tradurmi vista la mia pessima conoscenza del tedesco) dove descrive quali sono i temi dell’addestramento, le avarie della giornata da creare, i problemi che l’equipaggio deve risolvere prima di potersi immergere in sicurezza e quali puo affrontare sottacqua, quali sono i punti critici in cui bisogna essere pronti a fermare uno sbaglio “fatale” ecc.
Sono libero di vagare (per il momento) ma rimango a guardare dove si dirigono i vari istruttori. uno si siede di fronte alla tastiera assetto (ma di fronte ha anche la tastiera dell’aria) e sembra interrogarsi su cosa creare quale prima avaria

Il secondo istruttore si dirige verso gli interruttori di propulsione ed inizia ad armeggiare sui contatti elettrici di manovra degli interruttori di propulsione. Come a dire che se non arriva corrente l’interruttore principale non scatta e quindi potrebbe non avviarsi (o non fermarsi) il MEP, non partire i motori o non prendere il carico le dinamo…

Ahime l’animo del Direttore di Macchina e istruttore si risveglia e mi faccio prendere dalla passione! gli apparati sono simili se non identici, dagl iinterruttori di propulsione alla pompa assetto, dai gruppi diesel/dinamo ai compressori… e cosi mi rimbocco le maniche e partecipo al sadico gioco dell’addestratore. nella fattispecie stiamo rendendo inservibile la pompa dell’olio del compressore aria alta pressione, levando un ingranaggio dalla pompetta…..

Finiamo col compressore e il mio “compagno di marachelle” si appoggia pensoso su uno dei diesel, pensando a cosa puo essere piu interessante provocare per relizzare il problema che ha chiesto il responsabile dell’addestramento. Non passerà molto tempo e lo scherzetto… beh, sarà innocuo ma interessante!

finito di “danneggiare” il battello mi vengono gli scrupoli e medito a come mi comporteri in quei frangenti, mi serve per confrontare gli addestramenti con quelli italiani, in fin dei conti sono sono mica a bordo per divertirmi… Devo essere anche visibilmente preoccupato se mi hanno scattato una forto simile! Comunque, nelle mie elocubrazioni, emergono alcuni dubbi sull’efficacia di alcune mosse. se il battello è fatto per stare sott’acqua perchè iniziamo dalla superficie? Alcuni “danni”, se il personale non si accorge immediatamente dell’avaria posso diventare reali e anche seri! Mi racconteranno che qualche danno è messo in conto, anche se non deve accadere perchè gli istruttori sono a bordo anche per prevenire.

Mentre sorseggio il caffè il mio omologo mi fa presente cosa succederà a breve, ovvero la prima squadra prendera il posto previsto durante la navigazione. tutti faranno un bel check delle loro apparecchiature, verificando cosa funziona e cosa no, ovviamente iniziando subito le riparazioni. Ma nel bel mezzo di una tranquilla attiività nel nulla arrivera un allarme. non importa se dal cielo o dal mare. Quello che è certo è che il secondo è terrificante nell’urlare quell'”Alaaaarm!” per interfono

Prima di entrare nel vivo, è forse opportuno approfondire un po meglio cos’è questo TTG. L’acronimo tedesco si potrebbe tradurre in esercitazioni di combattimento di pattaforma, in termini piu umani è l’addestramento dell’equipaggio alla difesa passiva. Significa sapere fronteggiare le avarie, le falle, gli incendi, i feriti, timoni che si bloccano, apparecchiature che si inceppano o magari blackout generalizzati.
Perchè questa esigenza? La risposta non è solo nel “semplice” addestramento del militare alla conoscenza del proprio battello, c’è anche l’intrinseca capacità di contrastare la paura fronteggiandola in anticipo e di creare automatismi che consentono di reagire prontamente alle problematiche, prima ancora di pensare.
Ogni Marina vede a modo suo questo tipo di addestramento, mirandolo sulle filosofie di impiego dei loro sommergibili salvo poi effettuare degli scambi di personale o addestramenti completi dell’unità presso le basi estere. I periodici e famosi BOST che le unità Italiane fanno a Plymouth sono l’esempio piu conosciuto, ma non l’unico.
Da questo punto di vista la Germania è sempre stata “avanti”, credo soprattutto grazie alle indubbie capacità di Doenitz nell’interpretare l’arma subacquea e il suo impiego al meglio. L’impressione personale è che, su alcuni aspetti, sia però ancora ferma alla guerra fredda. A cominciare dall’inizio della esercitazione in superficie, dalle risorse estreme di salvataggio, che vedono come primaria l’abbandono di emergenza in superficie (per un sottomarino in genere è la fuoriuscita con battello sul fondo…), le armi che coinvolgeranno il battello sono bombe di profondità invece che siluri.
Cercherò di restringere il racconto ad una giornata, in realtà l’addestramento è articolato su un periodo di diversi giorni dove la notte le 2 squadre si riposano a turno mentre di giorno, dopo colazione, iniziano le danze con la chiusura del famigerato tendone. Le pause per il pranzo e la cena sono sacre e inviolabili, però devo ammettere che il vitto mi fa rimpiangere i cuochi dei nostri battelli….

come dicevo, alla riapertura del tendone la squadra di guardia inizia il check dei propri apparati..

in genere le avarie create dagli istruttori emergono abbastanza chiaramente e i ragazzi si impegnano a ripristinare il funzionamento degli apparati al meglio. Smontano i loro apparati

aprono disegni, studiano monografie consultano gli schedari dei pezzi di ricambio: tutto sembra abbastanza routinario mentre gli istruttori si mettono in un angolo e osservano. Non c’è solo la rapidità di intervento da valutare, ma anche la calma, la linea di ragionamento, la capacità di lavorare in gruppo.

poi, quando il battello è giudicato dagli istruttori pronto per l’immersione con una certa sicurezza arriva l'”Alaaaarm!” . E’ impressionante notare la differenza del “panico controllato” che si verifica nei primi giorni rispetto alla sicurezza degli ultimi! Comunque, tornando agli “scherzi” degli istruttori, stavolta il problema non è stato individuato in tempo e chi di dovere (tutti) sta scontando una bella affumicata. E’ un fenomeno che si verifica quando le valvole di scarico dei motori non si aprono, oppure si chiudono anzitempo, e tutto il gas di scarico che è nella condotta viene sfogato all’interno del battello: un’esperienza nefasta da non augurare al peggior nemico!

e a proposito di nemici, il nemico virtuale non aspetta e neanche il tempo di cambiare aria a snorkel che viene chiamato un disimpegno!
Questi giocattoli scendono come sassi e risalgono come delfini nel loro elemento, sono spettacolari! Il battello scende quindi rapidamente verso i fondali relativamente bassi dello Skagerrak e, guarda caso, i timoni si bloccano. La procedura per rimediare all’avaria è un’attimo farraginosa, probabilmente perche ci sono 3 timonieri ma non ne sarei sicurissimo. Comunque, vengono eseguite le manove e il battello si ferma in quota con un po di tolleranza; queste procedure e i tempi relativamente lunghi immmagino possano essere imputati agli “strani” timoni orizzontali avanti, ma questa è un’altra storia. Ora come ora sono urgentissime le riparazioni ed il team interviene quasi in tempo reale!

Le avarie piu subdole cominciano ad evidenziarsi in tutta la loro malevola volonta di distruggere l’equipaggio!
Si tenga presente che tra gli scopi di un tirocinio del genere c’è anche quello di amalgamare l’equipaggio, facendolo coalizzae contro i “cattivi” istruttori! La propulsione si blocca e non c’è verso di fare girare l’elica, si ipotizza che l’avaria sia sugli interruttori principali…

E proprio nel momento in cui sta per essere ripristinata l’efficienza suona l’allarme incendio, le procedure di chiusura della ventilazione e approntamento della squadra procedono alacremente, chiamate alla rete ordini collettivi dal direttore di macchina

La squadra antincendio finalmente interviene! A differenza dei battelli italiani, hanno a disposizine anche una manichetta antincendio ma stavolta l’incendio è di tipo elettrico, si deve intervenire con l’estintore. Non rimango convinto dalla efficacia dei dispositivi di protezione individuale, ma in questi casi è spesso piu importante essere immediatamente operativi piuttosto che perdere tempo prezioso a vestirsi.

Ma nel frattempo le condizioni dell’atmsfera sono rapidamente degradate, l’ossigeno è stato sostituito dai gas combusti dell’incendio e l’aria rischia di diventare velenosa. Il comandante ordina all’equipaggio di indossare le BIBS: maschera e boccaglio da connettere ad una conduttura che corre lungo tutto lo scafo e puo erogare aria pulita.

L’incendio ha fatto la sua vittima e, all’interno di questa atmosfera, bisogna trovare il modo di fornigli almeno aria pulita se non le cure. Da questo punto di vista devo dire che gli istruttori sono davvero sadici: non prendono la persona che potrebbe in qualche modo essere coinvolta dall’incendio per la vicinanza ma “mettono” fuori uso le persone migliori, in modo che tutti imparino a darsi da fare!

Nella sua sfortuna il nostro U-22 non poteva certo fermarsi qui! Al sonar una corvetta classe Grisha (ma non era finita la guerra fredda?) si avvicina rapidamente, probabilmente ha captato i rumori dell’incendio. le tecniche evasive non funzionano mentre ormai sono tutti ai posti di combattimento!
Si ode il tipico rumore delle eliche attraverso lo scafo e poi il sonar lancia un grido: WABO! Mentre tutto l’equipaggio cerca un appiglio per reggersi io mi avvicino all’istruttore e chiedo quale nuova arma sovietica sia stata denominata Wabo! Ebbene, questa nuovissima arma non sono altro che e bombe di profondità, in tedesco wasser-bombe da cui l’abbreviazione di WaBO! L’efficienza teutonica nel ridurre il tempo di allarme è perfetta anche stavolta, però le bombe di profondità… credevo le avessimo oramai messe in soffitta! Comunque l’esplosivo sa ancora fare il suo dovere e i sovietici ne hanno da sprecare (battuta volgarmente rubata a U96), tanto che riescono a provocare una falla nel bagno di bordo.
Da tenere presente che è l’unico luogo in cui un istruttore puo creare una rientrata effettiva di acqua senza fare danno, per cui a bordo sono effettivamente avvantaggiati perchè gia sapevano… Da questo punto di vista i simulatori della scuola sommergibili di taranto e gli interventi creati a bordo dei battelli italiani in mare mi sembrano piu efficaci.

Credo che la poca fiducia nelle possibilità di recuperare il battello sia alla base di questi.. “comportamenti”. E infatti passa davvero poco tempo prima che venga ordinata una emersione di emergenza (simulata perche il sistema tedesco è “one shot” e dopo deve entrare in bacino per sostituire gli impianti). Il battello arriva rapidamente in superficie mentre l’equipaggio si appresta ad abbandonare l’unità.

Ma la falla è troppo ampia e il battello perde rapidamente la propria riserva di spinta! Lo scafo si posa sui bassi fondali del Baltico, mentre il livello dell’acqua all’interno continua a salire. Rimane solo la possibilità di “rush escape”, una fuoriuscita collettiva sfruttando il polmone di aria che si crea nello scafo. L’equipaggio inizia rapidamente ad abbassare la gonna che ha esattamente lo scopo di conservare la bolla d’aria quando i portelli saranno aperti

E ancora una volta rimango stupito: “ma come, siamo nei freddi mari del nord, avete perso un mezzo equipaggio a causa dell’ipotermia (sommergibile Hai, anni 60) e ancora vi ostinate a usare i polmoni Davis? Con tutto che una ditta tedesca produce ottime tute di fuoriuscita da sommergibile sinistrato!” I commenti sono gli stessi di tutte le Marine del Mondo, dove le dotazioni faticano a rinnovarsi e, purtroppo, deve accadere l’irreparabile per ricercare nuove tecnologie. Temo che la mia discussione sia apparsa da subito abbstanza accesa, a giudicare “lo siffatto mio sguardo ….”

L’esercitazione viene momentaneamente sospesa, gli istruttori vogliono assicurarsi che l’equipaggio sappia adoperare al meglio le BIBS, passando da un aggancio all’altro per spostarsi all’interno del sommergibile. Questo deve poter essere effettuato anche al buio e cosi gli istruttori si inventano questa simpatica burlonata!
Un pezzo di carta a chiudere la visuale della maschera e, sulla stessa, si disegnano le espressioni piu strane. La trovata riesce davvero a stemperare gli animi tranquillizzando l’equipaggio.

Serve ancora una esercitazione per completare la giornata, ma stavolta si è rischiato di trasformarla in realtà! Un capo di bordo ha sbattuto la testa e si è procurato un bel taglio durante una delle esercitazioni! Per fortuna non è grave, però è un’ottima occasione per testare il sistema di sbarco dei feriti “sfruttando” una persona parzialmente abile! Tra l’altro il capo è una persona molto divertente e fischi e lazzi si sprecano in quel momento!

Dopo una settimana di questo ritmo la gente appare spossata, riesco a intravedere i volti che dovevano avere i sommergibilisti atlantici di ritorno dalle missioni di guerra. Stiamo rientrando a Kiel (a Eckenfoerde per la precisione) e chiedo il permesso di salire in plancia proprio in un momento “topico”. Questo famoso ponte, che sono sicuro conoscono in molti, è un po come avvistare il Tino e la Palmaria per chi rientra a Spezia: aria di casa!

C’è giusto il tempo per festeggiare il rientro con il team degli istruttori, a base di birra ovviamente!

Termina cosi il racconto e ci sarebbero molti commenti che vorrei fare. A iniziare dalle mie definizioni degli istruttori, che devono essere intese come estremaente costruttive! un bravo istruttore sa che non puo permettersi del buonismo ne glissare sulla gravita di un comportamento. Il “sadismo”, come spesso lo definisco, deve esistere ed è giusto che sia cosi: l’alternativa è preparare i sommergibili ad una crociera e non al combattimento!
Rimando il tutto a tempi successivi, sempre se il racconto vi sarà piaciuto….

Saluti dalle tempestose acque nordiche a bordo del U22

U22

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