Regio Sommergibile Delfino (1°)

Subsum sed superis
(sto sotto ma offendo chi sta sopra)

CARATTERISTICHE TECNICHE

Cantiere: Regio Arsenale di Spezia
Impostazione: 1892
Varo: 1895
Consegnato: 1 aprile 1895 (1902-04 trasformazione in sommergibile)
Radiazione: 16 gennaio 1919

Caratteristiche generali: 1896 (tra parentesi i dati riferiti alle modifiche del 1902-04)

Tipo: sottomarino (dal 1902 sommergibile) sperimentale

Dislocamento:
- in superficie: 98 t (103,3)
- in immersione: 108 t (113,3)
Dimensioni:
- Lunghezza: 24,4 m
- Larghezza: 2,90 m
- Immersione: 2,35 m (2,78)
Apparato motore superficie: (1 motore a benzina FIAT)
- Potenza: (130 cv)
- Velocità massima: (10 nodi)
- Autonomia in superficie: (165 miglia a 6 nodi)
Apparato motore immersione: 1 motore elettrico di propulsione Savigliano
- Potenza: 65 cv
- Velocità massima: 6 nodi
- Autonomia in immersione: 24 miglia alla velocità di 2 nodi
Armamento: nessuno (1 tls AV da 450 mm, 2 siluri tipo A 60/450x3,70)
Equipaggio: 1 ufficiale,  6 tra sottufficiali e comuni
Profondità di sicurezza: 32 m

PROFILO

1890-1904-smg-DELFINO-profilo-I.sommergibili.Italiani-1963

Generalità

Alla fine del XIX secolo alla Regia Marina, che osservava con costante attenzione e analizzava criticamente tutto ciò che faceva la sua potenziale rivale d'oltralpe, non poteva assolutamente sfuggire l'importanza del varo di un battello subacqueo il Gymnôte dell'ingegner Lebouf. Immediatamente, nonostante in passato non si fosse mai occupata di tali unità, la Regia Marina decise di realizzare un battello "sotto-marino" ispi­rato al Gymnôte, con lo scopo di verificare direttamente le reali potenzialità di questo nuovo tipo di unità navale.
L'incarico della progettazione venne affidato all'ispettore del Genio Navale Giacinto Pullino, uno dei più brillanti ufficiali del Genio Navale di quel periodo, il quale si avvalse della collaborazione del giovane ingegnere e ufficiale del Genio Navale Cesare Laurenti. Venne così messo a punto il progetto di un sottomarino, al quale originariamente doveva essere assegnato il nome del costruttore e cioè Pullino. Successivamente si optò per il nome di Delfino.
Il Delfino venne realizzato in gran segreto nel Regio Arsenale di Spezia agli inizi degli anni Novanta del XIX secolo e il segreto venne così ben mantenuto che ancora oggi non sono note con esattezza le date di impostazione e del varo. Secondo le fonti più attendibili fu impostato nel 1890 e varato nel 1892; di sicuro si sa che venne consegnato alla Regia Marina nel 1895, dopo anni di prove e col­laudi.

Scafo
Nelle intenzioni del progettista, il Delfino doveva essere un sottomarino "puro", cioè un battello destinato ad operare esclusivamente sotto la superficie del mare. Per questi motivi le forme esterne del suo scafo vennero attentamente stu­diate per rendere più economica possibile la navigazione subacquea; il Delfino era un battello del tipo a semplice scafo, a sezioni tutte circolari. Era dotato, oltre che di due timoni verticali poppieri collegati ad un unico asse, anche di un timone verticale applicato all'estrema prora nella parte inferiore dello scafo allo scopo di incrementare al massimo le capacità evolutive dell'unità.

Mezzi di governo
Per il governo in quota, il battello era dotato di una coppia di timoni oriz­zontali AV e di un'altra coppia AD; in aggiunta, ad imitazione di quanto era già stato fatto all'estero, vennero installate due eliche ad asse verticale, manovrabili elettricamente dall'interno del sottomarino a mezzo di una catena di ingranaggi. Nell'inten­dimento del progettista, il Delfino, anche con le casse zavorra allagate, avrebbe dovuto essere "leggero" ed avrebbe dovuto vincere le piccola riserva di spinta resi­dua con le eliche orizzontali; in caso di avaria alla propulsione, il battello si sareb­be trovato naturalmente leggero e con una tendenza a risalire in superficie. Per l’assetto longitudinale in immersione l'unità era dotata di una cassa d'ac­qua situata a prora estrema ed un'altra a poppa estrema; inoltre, sempre su imita­zione di quanto fatto su battelli stranieri, esistevano a bordo alcuni pani di piom­bo del peso di 30 kg ciascuno, utilizzati come zavorra mobile, che potevano essere spostati a mano su una apposita rotaia da un'estremità all'altra del battello.

Impianto di propulsione
Originariamente l'apparato motore era costituito da un unico motore elettrico, alimentato da una batteria di accumulatori al piombo, che trascinava un'eli­ca di propulsione. Tale motore elettrico, del tipo Savigliano, era in grado di svi­luppare la potenza massima di 65,2 hp (46 kW). Con questo apparato motore il Delfino aveva un'autonomia di sole 24 miglia alla velocità di 2 nodi. Durante le prove di collaudo, emerse immediatamente che il Delfino, nonostante l'esito positivo dei collaudi tecnici, non aveva alcuna possibilità operativa se non quella di difesa molto ravvicinata di porti e quindi venne momentaneamente messo da parte.

Trasformazione del sottomarino
Il ministro della Marina, ammiraglio Morin, nel 1901 ordinò che il battello fosse rimesso in mare e sottoposto a un nuovo ciclo di prove terminate le quali con esito soddisfacente, il Mi­nistro ordinò che il Delfino fosse trasformato in una unità con caratteristiche più adeguate ai tempi, e incaricò di studiarne la trasformazione all'ingegnere di 1a Classe del Genio Navale Ce­sare Laurenti.
Il 21 febbraio 1902 il battello fu rimesso ai lavori, dai quali uscì nei primi mesi del 1904.
Il Delfino del 1904 aveva fatto un grande salto di qualità, ri­spetto alla versione del 1895-1901, in quanto era stato munito di un motore a benzina Fiat a 6 cilindri per la navigazione in superficie che gli consentiva una autonomia di 165 miglia, ossia 22 ore di navi­gazione alla velocità massima di nodi 7,5 e di circa 300 miglia alla velocità economica.
Inoltre i timoni verticali erano stati aumentati da 3 a 4 ag­giungendo un piccolo timone al di sotto della poppa, più in basso rispetto a quello inferiore.
I timoni orizzontali erano quattro, due a prora e due a poppa nelle posizioni convenzionali. La torretta era stata leggermente modificata aumentandone l'altezza e sistemando un secondo portello circa a metà lun­ghezza dello scafo.
Il cleptoscopio Trivulzi fu sostituito con un periscopio co­struito dalla ditta Galileo Galilei di Firenze. L'unico locale interno era stato diviso con una paratia che separava la camera di manovra dal locale dove era sistemato il motore a scoppio; la benzina era conservata in tre serbatoi cilindrici collocati nello stesso locale del motore.
Per l'assetto in immersione vi erano due casse, denominate casse di compensazione, una a prora per compensare il peso dei siluri, e una a poppa per compensare il peso della benzina con­sumata. Inoltre era stata mantenuta la «zavorra mobile in pani di piombo di circa 30 kg ognuno, che poteva essere spostata per dare al sommergibile il giusto appruamento iniziale e per rego­lare la navigazione in immersione».
Per l'emersione si potevano esaurire i doppi fondi sia con turbopompe, mediante una tubolatura di esaurimento, sia con pompa di riserva a mano. Oppure si potevano esaurire i dop­pi fondi con aria compressa e, infine, rilasciando i 3.688 kg di zavorra esterna staccabile.
Il Registro Matricolare non parla delle eliche verticali esistenti nella versione 1891-1895, che quindi si devono ritenere elimi­nate, come confermato dal fatto che nel «Prospetto 2 - Peso del sommergibile« la voce N. 27 «Eliche orizzontali di affondamen­to, loro difese esterne e motori elettrici. è cancellata con un trat­to di penna e non compare nel «Prospetto VII - Mezzi di emersione e immersione». Le relative trasmissioni, rimaste a bordo dopo l'abolizione delle eliche, furono sbarcate nei lavori del 1909 «essendone stata riconosciuta alcuna efficacia» (come da Registro Matricolare).

Nel 1908 fu sistemata una boa telefonica in prossimità del portello poppiero, e nel 1909 il motore di propulsione venne sostituito con un motore sbarcato dal sommergibile Foca. Un curioso particolare risulta dalla descrizione dei lavori eseguiti per la sostituzione del motore: la torretta era smontabile, così che per sbarcare il motore da sostituire e imbarcare quello del Foca, fu necessario smontare e rimontare la torretta per otte­nere il necessario passaggio a scafo.
Il Registro Matricolare non tratta del sistema per collegare e scollegare il motore termico dal motore elettrico e dall'asse: si presume che vi fossero dei giunti meccanici come accade at­tualmente. Anche l'esame dei Registri Matricolari dei sommer­gibili tipo Foca non ha fornito notizie in merito.

Il Delfino in 3d
Il C.te Ocean's One ha realizzato, dopo un attento e prolungato studio, il Delfino in versione 3d, tenendo conto delle tante modifiche che si sono succedute durante gli anni e che potrete trovare al Link. Da questo lavoro è stato realizzato un video che potrete trovare al post Regio sommergibile Delfino - Evoluzione dal 1892 al 1918

NOTIZIE RICAVATE DA FONTI NON UFFICIALI - Gino GALUPPINI, "Regio sommergibile Delfino", RIVISTA MARITTIMA maggio 1955
I disegni originali del Delfino sono stati trovati presso una orga­nizzazione che niente ha a che vedere con il Ministero della Marina: la Associazione Navimodellisti Bolognesi la quale nel suo catalogo elenca alcuni disegni del sommergibile. Fu infatti nel 1950 che l'avvocato Gino Chesi, l'allora presidente dei Navimodellisti Bolognesi, reperì in un mucchio di carte destinate al mace­ro, giacenti presso il magazzino Flag di La Spe­zia, alcuni disegni relativi a particolari costrut­tivi del progetto del Delfino (eliche di propul­sione e di affondamento, tubi lanciasiluri, dop­pi fondi etc.). Si tratta dei lucidi originali dei disegni n. 10160, 10161 e 10165 in data 25 no­vembre 1893, di 4 disegni senza numero in da­ta settembre 1891, 3 giugno 1895, 3 e 5 luglio 1895 e infine di altri ancora senza data e numero, di cui almeno uno antecedente al 1893.
L'esame di questi documenti, firmati dal Laurenti e dal Ferretti, ha portato ad alcune considerazioni sulla paternità del Delfino, at­tribuita all'ispettore del Genio Navale Giacinto Pullino. Il Pullino fu Direttore delle Costruzio­ni Navali nell'Arsenale di La Spezia dal 1 mag­gio 1883 al 28 febbraio 1889, poi, promosso Ispettore (contrammiraglio GN), diventò presidente del Comitato Progetti Navi (settembre 1893 al 30 ottobre 1895).
In tale carica egli fu il supervisore del progetto, ma non l'esecutore materiale dello studio, in quanto negli stes­si anni si dovette occupare della progettazione delle navi da battaglia classe "Emanuele Filiberto" certamente più importanti della pic­cola unità sperimentale.
Sui disegni precedentemente citati, infatti, non si è trovata la firma del Pullino, anche perché essi sono datati da La Spezia, mentre il Presidente del Comitato Progetti Navi aveva la sua sede a Roma.
In conclusione chi lavorava materialmente al progetto non era Pullino, ma gli ingegneri di lª Classe Cesare Laurenti e Ernesto Ferretti le cui firme appaiono sui disegni recuperati, ma che sono ufficialmente ignorati.

Altre notizie sul Delfino sono state reperite nella stampa quotidiana dell'epoca:

Il Secolo XIX, il 6-7 gennaio 1901, nella rubrica "In marineria" informava: "Con lo 11 corrente passa in armamento ridotto a Spezia la torpediniera sottomarina Delfino al comando del TV Giuseppe Boselli e dell'ingegnere 1° classe Truccone". Il 22-23 maggio riportava notizie sulle prove eseguite il giorno 11, e l'1 e 2 giugno riferiva sulle prove effettuate con a bordo il Duca degli Abruzzi.
Nella edizione del 30-31 maggio 1901 scriveva: "pel varo la torpdiniera Delfino si troverà fuori della bocca dell'Arsenale e sarà pronta a fiancheggiare la lancia reale..."
Il 31 maggio riferiva: "Il Re in Arsenale - Vittorio Emanuele III imbarcavasi quindi, insieme ai principi nella lancia reale ... scortata dal battello sommergibile Delfino..."
Il Corriere Mercantile del 29 maggio 1901 in una nota dal titolo «il varo di domani», riferentesi al varo della corazzata Regina Margherita, informava: "Alle ore 11 avrà luogo il varo della nave...Il Re nel pomerigcio visiterà l'Arsenale, il Delfino..."
Il 31 maggio 1901: «Il Re accompagnato dai principi reali e dal seguito ... visitò il battello sottomarino»
L'Illustrazione Italiana del 5 gennaio 1902 a pag.7 riporta 3 foto delle «esercitazioni della torpediniera sottomarina Delfino nel golfo di La Spezia», che probabilmente si riferiscono alle prove eseguite nel maggio 1901 di cui si allegano le immagini nella galleria. Alla pag.17 un breve articolo con le notizie già riportate e relative alla visita dei Reali al battello.

Attività

Il Delfino fu consegnato ufficialmente alla Regia Marina il 1 aprile 1895, notizia che solleva qualche dubbio perché essen­do il sommergibile costruito in Arsenale, non vi doveva essere consegna, come nel caso in cui l'unità fosse stata realizzata in un cantiere civile. Appare, tuttavia, attendibile, perché con De­creto Ministeriale in data 24 marzo 1895 «la R.N. Delfino» fu iscritta nel Quadro del Regio Naviglio. Questo Decreto Mini­steriale, che rappresenta il «certificato di nascita», del Delfino, non è stato reperito negli archivi, ma è citato nel preambolo del decreto in data 25 marzo 1895 con il quale veniva approvata la tabella di equipaggiamento dell'unità riportata qui sotto:

DECRETO MINISTERIALE del 25marzo 1895, (Atto N. 49 g.m. 1895)
La tabella di equipaggiamento del battello sottomarino Delfino in co­struzione nel R. Arsenale di La Spezia comprende:

  • 1 Tenente di Vascello - Comandante
  • 1 Capo torpediniere di 1ª, 2ª o 3ª classe direttore di macchina e facente funzioni di commissario
  • 1 Sottocapo torpediniere - unico capo carico
  • 2 Torpedinieri siluristi
  • 2 Torpedinieri elettricisti
  • 1 Marinaro scelto.

«Potranno essere imbarcati, in più del personale stabilito dalla presente tabella, due operai borghesi, con il trattamento indicato dall'art.45 del Regolamento 4 giugno 1891 n. 264»

A fine anno 1895 il battello fu messo in disarmo per fine prove ed in tale posizione rimase 5 anni fino al gennaio 1901.

Con il Foglio d'Ordini n. 3 del 3 gennaio 1901 veniva ordi­nato il passaggio del Delfino in armamento ridotto avendo come direttore di macchina il tenente di vascello Giulio Truccone. Con altro Foglio d'Ordini n. 136 del 16 maggio 1901 la ta­bella veniva ulteriormente ridotta.
Si sottolinea che, all'epoca su tutte le navi i Direttori di macchina erano ufficiali macchinisti: l'aver stabilito che su questa «torpediniera» il Direttore di macchina fosse un ingegnere del Genio Navale, mette in rilievo l'importanza data a questo inca­rico, per il quale nel 1895 era stato previsto solo un Capo tor­pediniere. Esaminata la matricola del Comandante designato te­nente di vascello Giuseppe Boselli, il suo imbarco sul Delfino risulta dall'11 giugno al 21 dicembre 1901 anziché dall'11 gen­naio, epoca nella quale sarebbe stato imbarcato sul Trinacria.
Secondo quanto riferito da una «Lettera al Direttore» pubbli­cata sulla Rivista Marittima del dicembre 1910, in data 10 di­cembre 1901 furono eseguite esperienze di esplosioni subac­quee, facendo scoppiare due mine da 60 kg alla distanza di 500 metri dallo scafo immerso. Nella prima prova non vi era equipaggio a bordo, ma solo una pecora. Constatato che sia la pe­cora che i macchinari non avevano subito danni, fu fatto un secondo esperimento con a bordo il tenente di vascello Boselli, l'ing. di 1a classe Truccone e un secondo Capo silurista, anche questa con esito soddisfacente; il Boselli riferisce che «si ebbe l'impressione di una martellata».
Il resoconto di altre prove nello stesso periodo è riportato nel libro La navigation sous marine, autore G. L. Pesce, edito da Vuibert & Nony a Parigi nel 1906, dal quale si apprende che l’11 gen­naio 1901 avendo a bordo il vice ammiraglio Carlo Marchese, Presidente della Commissione Permanente, e il 30 maggio, alla presenza del re Umberto I, furono fatte altre prove dimostrative quest'ultime anche con lancio di siluri. Alla fine della dimo­strazione il Re visitò il battello.
Il 1° giugno, avendo a bordo il capitano di corvetta Luigi di Savoia, Duca degli Abruzzi e il vice ammiraglio Marchese, fu ef­fettuata la traversata in immersione dall'Arsenale a San Bartolo­meo e furono eseguiti lanci di siluri.

Il Delfino passò in armamento alla Spezia il 1 agosto 1904, come ordinato con il Foglio d'Ordini n. 212 in data 30 luglio 1904.
Dal 17 settembre al 27 settembre 1904 si trasferì dalla Spezia a Venezia, rimorchiato dal Ciclope con il seguente itinerario: Spezia 17 settembre; Ventotene 18-19 settembre; Reggio Cala­bria 21-22 settembre; Punta del Pizzo 24 settembre; Venezia 27 settembre. Nell'ultima parte del 1904, sempre da Venezia, ef­fettuò 17 uscite per esercitazioni.
I Bollettini ci dicono che nell'ottobre-dicembre 1904 il Delfino era a Venezia in armamento e riserva con i due suddetti uf­ficiali, che rimasero a bordo fino al gennaio-marzo 1905; dopo di che l'ingegnere di 1ª classe Curio Bernardis sbarcò.
Il 21 gennaio 1906 prese il comando il tenente di vascello Lu­dovico De Filippi, il quale dal gennaio al settembre 1906 ese­guì con il Delfino 13 uscite per addestramento.
Il 15 settembre 1906 partì per trasferirsi a Taranto al fine di partecipare alle manovre della Squadra. L'itinerario fu il se­guente: Venezia 14 settembre; Bari 17-19 settembre; Brindisi 19--21 settembre;Taranto 22 settembre-28 ottobre; Santa Maria di Leuca 28-29 ottobre; Brindisi 29 ottobre-2 novembre; Barletta 3 novembre; Ancona 4-5 novembre; Venezia 6 novembre.
Durante la permanenza a Taranto furono effettuate 4 uscite per partecipare alle manovre della Squadra, con 30 ore di mo­to e una percorrenza di 150 miglia. Il trasferimento fu fatto anche questa volta con l'ausilio del Ciclope; tuttavia per 32 miglia la navigazione venne effettuata con il motore a scoppio, rimasto in moto per 12 ore.
In questo periodo imbarcò come Comandante di Squadriglia il capitano di fregata Mario Casanova-Iersenich (21 ottobre 1905-16 giugno 1907) sostituito dal Bonelli, promosso capitano di corvetta, che dal 15 settembre si trasferì sul Glauco, nuova unità Comando Squadriglia. Dal settembre 1907 all'ottobre 1908 fu imbarcato il tenente del Genio Navale Giorgio Rabbeno, benché non previsto dalla tabella. Nell'aprile 1908, oltre al tenente di vascello comandante De Filippi, imbarcò un altro tenente di vascello, Luigi Bortolotto, o in qualità di Comandante in se­conda o, più probabilmente, come allievo comandante.
Il 18 luglio 1908 il comandò passò al tenente di vascello Fiorese, con secondo il tenente di vascello Guido Cavalieri; il nuo­vo direttore di macchina fu il capitano del Genio Navale Feli­ciano Fessia mentre proseguiva un'intensa attività addestrativa con 13 uscite nel 1908 e 30 nel 1909.
Il 17 ottobre 1909 il comando fu assunto dal tenente di va­scello Guido Del Greco, rimanendo a bordo il Cavalieri e il Fessia. Il battello ebbe un breve periodo di inattività successivo a una immissione in bacino, dal 2 novembre al 28 dicembre 1909. Nel dicembre sbarcò il capitano Fessia che non fu sostituito da altro ufficiale del Genio Navale. Nel giugno 1910 il tenente di vascello Corrado Boggio sostituì il Cavalieri . In quello stesso anno riprese l'attività con 27 uscite. Il 16 novembre 1910 il comando passò al tenente di vascello Giuseppe Gregoretti, secondo sempre Boggio che sbarcò nel maggio 1911 sostituito dal pari grado Giuseppe Giavotti al quale, nel giugno 1911, suc­cesse il tenente di vascello Dialma Viotti.
Nel 1911 il Delfino effettuò 11 uscite, con gare di lancio di siluri il 23-24 agosto e il 7-12-14 settembre.
Seguì un periodo di inattività negli anni 1912-1913 e 1914. In questo periodo non ebbe comandante in quanto il tenente di vascello Gregoretti il 21 febbraio 1912 passò a comandare l'Ota­ria, cui fu «aggregato» il Delfino; successivamente l'aggregazio­ne passò al Foca dal 12 luglio 1913, e di nuovo all'Otaria dal 17 febbraio 1914. I già citati Bollettini del Naviglio e degli uf­ficiali allegati alla Rivista Marittima, riportano il Delfino in ar­mamento a Venezia dal novembre 1912 al giugno 1914; in que­sto stesso mese cessarono di essere pubblicati.
Il 22 agosto 1914 assunse il comando il tenente di vascello Virgilio Goi e l'unità fu destinata alla difesa mobile costiera della Piazza Marittima di Venezia, non esplicando alcuna attività. Il 25 novembre 1914 il comando fu assunto dal tenente di va­scello Alessandro Giaccone, con il quale l'unità eseguì una sola uscita il 18 marzo 1915.
Dopo l'entrata in guerra il 24 maggio 1915, l'attività riprese con 14 uscite nel 1915 e 10 nel 1916. In questo periodo il comando fu assunto dai tenenti di vascello Giuseppe Diaz (26 agosto - 26 ottobre 1915) e Ugo Perricone (26 ottobre 1915-6 aprile 1916).
Seguì un lungo periodo di inattività dal 31 maggio 1916 al 7 maggio 1917, durante il quale il Delfino divenne sede del Comando Squadriglia assunto dal Comandante del 1904, l'allora tenente di vascello Enrico Bonelli, divenuto capitano di vascel­lo, che prese imbarco il 6 aprile 1916, sostituito il 3 novembre dello stesso anno dal capitano di fregata Cesare Vaccaneo a cui successe il 21 agosto 1917 il capitano di fregata Fermo Spano.
Dal 7 maggio al 6 novembre 1917 il battello effettuò 5 mis­sioni di agguato in guerra.
Allo sbarco del capitano di fregata Spano il comando passò al capitano di corvetta Tullio Bonamico (25 marzo 1918), indi al capitano di fregata Vincenzo De Feo (14 dicembre 1918) e di nuovo al Bonamico; questi ultimi due quando il Delfino uffi­cialmente non esisteva più perché radiato con decreto in data 23 settembre 1918. Il 6 novembre si trasferì a Porto Corsini, rientrando a Venezia dopo qualche mese e cessando ogni atti­vità. Risulta, infatti immesso in bacino il 19 febbraio 1919, sen­za una indicazione sulla data di uscita.

Il decreto di radiazione (non riportato sul Giornale Militare, né nella raccolta delle Leggi e Decreti) è stato reperito all'Ar­chivio di Stato, in una raccolta di atti amministrativi dell'anno 1920, data di registrazione alla Corte dei Conti.

BIBLIOGRAFIA SPECIFICA

(per i riferimenti evidenziati in giallo sono attivati i collegamenti alle recensioni sul forum www.betasom.it)

Pollina P. M., I sommergibili italiani 1895-1962, Roma, U.S.M.M. - 1963
Galuppini G., Il Regio Sommergibile DELFINO, Rivista Marittima, maggio 1995
Miozzi O. - Turrini A., Sommergibili Italiani (2 vol.), Roma, U.S.M.M. - 1999
Turrini A., L'opera di Cesare Laurenti, Roma, U.S.M.M. - 2002

Galleria immagini

1917-sommergibile-Delfino-Venezia-arsenale 1916-sommergibile-Delfino-Venezia-affioramento-USMM 1915-sommergibile-Delfino-Venezia-navigazione-USMM 1914-smg-Delfino-Venezia-navigazione-USMM 1914-smg-Delfino-Venezia-navigazione.2-USMM 1914-smg-Delfino-Venezia-navigazione.1-USMM 1904-smg-Delfino-Spezia-navigazione-USMM 1904-smg-Delfino-Spezia-mare-grosso-USMM 1902-smg-Delfino-Spezia-navigazione-immerso-Illustrazione.italiana 1902-smg-Delfino-Spezia-navigazione-Illustrazione.italiana 1902-smg-Delfino-Spezia-immersione-Illustrazione.italiana 1895-smg-Delfino-Spezia-varo-USMM 1895-smg-Delfino-Spezia-navigazione-USMM 1914-sommergibile-Delfino-Venezia 1917-sommergibile-Delfino-Venezia-arsenale-immersione 1914-sommergibile-Delfino-Venezia 1917-sommergibile-Delfino-Venezia-immersione 1914-sommergibile-Delfino-Venezia